La telemedicina nel PNRR: prospettive e opportunità per le imprese
La telemedicina sta diventando sempre più uno strumento prioritario in Italia, per fare diagnosi e gestire terapie a distanza, soprattutto per quei pazienti affetti da patologie croniche.
La pandemia ha determinato una notevole crescita della telemedicina, anche se in modo frammentario e con i limiti imposti dall’emergenza. Tuttavia, la validità di questo strumento e i benefici che essa comporta trovano riscontro nell’evoluzione del sistema sanitario previsto dal PNRR.
La telemedicina ha avuto il suo primo riconoscimento ufficiale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale nel dicembre 2020 con la firma del ministero della Salute alla Conferenza Stato-Regione sulle linee guida con le regole per visite, consulti, referti e teleassistenza. Prima di allora, infatti, la telemedicina non era riconosciuta in quanto tale, ma era vista solo come una diversa modalità di erogazione di prestazioni sanitarie già incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza. Da metà 2022, il nuovo decreto attuativo delle misure previste dalla manovra 2020 che, per la diagnostica di primo livello, ha stanziato 235 mln per i medici di famiglia, è entrato sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni, grazie al PNRR e al rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) dei Medici di Medicina Generale (MMG). Questo significa indirizzare il Medici di Medicina Generale e il pediatra di libera scelta (PLS) ad effettuare ECG, Spirometria ed Ecografia, con il supporto da remoto di specialisti e operatori sanitari supporter, implementando così un vero e proprio ambulatorio digitale (Doctor2Doctor) da affiancare a quello virtuale (Doctor2Patient). Inoltre, dal 2024, grazie al PNRR, componente 1 della missione 6, si prescriveranno visite e controlli telemedicina in Italia tramite il Servizio Sanitario Nazionale.
Che cos’è la Telemedicina
Nelle Linee di indirizzo nazionali, la telemedicina viene definita come: “Una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località. La Telemedicina comporta la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico nella forma di testi, suoni, immagini o altre forme necessarie per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti. I servizi di Telemedicina vanno assimilati a qualunque servizio sanitario diagnostico/ terapeutico. Tuttavia, la prestazione di telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza. La Telemedicina deve altresì ottemperare a tutti i diritti e obblighi propri di qualsiasi atto sanitario.”
Nelle Linee Guida pubblicate il 2 novembre 2022, Linee guida per i servizi di telemedicina- requisiti funzionali e livelli di servizio, il Governo stabilisce che i servizi minimi che la infrastruttura regionale di telemedicina deve erogare sono:
- televisita;
- teleconsulto/teleconsulenza;
- teleassistenza
Per ciascuna di queste attività, il paziente deve essere eleggibile secondo quattro parametri:
- quadro clinico;
- tecnologia che ha a disposizione;
- livello culturale;
- livello di autonomia o la disponibilità del supporto di un caregiver.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario sviluppare un’infrastruttura che permetta l’interoperabilità dei processi e l’interscambiabilità dei dati, consentendo a questi di confluire nel fascicolo sanitario elettronico e nel repository centrale. A questo scopo è prevista la realizzazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina.
L’interoperabilità è un aspetto fondamentale per garantire standard comuni ai servizi di telemedicina sviluppati dalle Regioni, valorizzando quanto già disponibile nel panorama dei contesti locali, integrando o completando il portafoglio di servizi.
Telemedicina: lo scenario tipo
Come spiega la Dottoressa Mirella Mastretti, Director of R&D & Strategy presso Medicaltech, i servizi di telemedicina si declinano in un ambito di ambulatorio virtuale e in un ambito di ambulatorio digitale. Da una parte troviamo la relazione medico-medico o medico-ingegnere, dall’altra parte troviamo la relazione medico-paziente o medico-care giver. Nell’ambulatorio digitale il medico viene potenziato con una serie di strumenti di diagnosi di primo livello (ECG, holter, spirometria, sonda ecografica), mentre nell’all’ambulatorio virtuale il paziente viene dotato di un kit di IoT elettromedicali, come saturimetri, sfigmomanometri, termometri, test ematici e altri.
L’ambulatorio digitale consente al medico di medicina generale di poter fare esami direttamente nel suo studio, per esempio un’ecofocus, richiedere il supporto di uno specialista per la telecooperazione (teleguidance) per l’utilizzo della sonda, telerefertazione o un teleconsulto. Ciò consente, al costo di un normale ticket, di evitare che il paziente debba recarsi presso un’altra struttura, alleggerendo il sistema sanitario nazionale. Inoltre, nell’ambulatorio digitale, il medico può essere supportato nelle decisioni attraverso il collegamento a un sistema di rete neurali e di analisi predittiva.
Dall’altra parte abbiamo l’ambulatorio virtuale. Il paziente presso il suo domicilio ha a disposizione un kit di elettromedicali che consente il telemonitoraggio dei parametri vitali e il contatto con il paziente, attraverso strumenti certificati di comunicazione messaggistica e televisita. Inoltre, grazie questo kit è anche possibile erogare servizi di teleriabilitazione cardiologica a domicilio, con l’ausilio di un cicloergometro integrato a un elettrocardiografo e a un sistema di videconferenza, che consentono il monitoraggio dell’esercizio fisico da parte di un operatore sanitario in tempo reale.
In questo momento, Medicaltech si sta concentrando a sviluppare la propria piattaforma sulla parte cardiologica, per poi estenderla ad altre specialità.
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